Bradley Manning, il giovane analista dei servizi segreti dell’esercito, è
processato per aver contribuito via Wikileaks alla più colossale fuga di
notizie di informazioni diplomatiche e militare della storia Americana. La più
grande ma per questo la più grave ? Il soldato al momento dei fatti aveva 22
anni, ora rischia la detenzione a vita se i procuratori riusciranno a
dimostrare ai giudici della Corte Marziale che intendeva “aiutare il nemico”
infrangendo le leggi sullo spionaggio. Sfortunatamente, il comando spedito nel
2011 a Abbottabad per uccidere Osama Bin Laden, hanno effettivamente recuperato
nei pc del capo di Al Qaeda dei documenti distribuiti online al grande pubblico
dal giovane ragazzo. Ma quali ? Con quali conseguenze ?
Mentre il processo si svolge, l’opinione americana oscilla tra
l’indifferenza per il caso e l’indulgenza istintiva nei confronti di Manning.
L’accusato è prima di tutto noto per aver divulgato il video che mostra piloti
di elicotteri sparare su giornalisti della Reuters che avevano scambiato per
terroristi, prima di riempire di proiettili un veicolo di civili iracheni che
si dirigevano verso i cadaveri, presumibilmente per prestare soccorso. Questa
fuga di notizie prima smentita dal Pentagono alla direzione di Reuters, gli
conferirebbe piuttosto lo status di eroe umanitario. Un profondo conoscitore
dei vergognosi segreti. Come quelli custoditi da Jane Meyer, la giornalista
celebre per aver divulgato i siti occulti delle torture della CIA.
Il resto è più problematico, tanto dal punto di vista morale che penale. La
sete di verità esige che siano pubblicati e quindi resi di pubblico dominio le
informazioni personali di 73 000 soldati americani in Iraq ? Dei dati che
potrebbero mettere in pericolo di morte gli stessi se pubblicati ? Il suo
malessere personale, la sua vendetta, la sua collera verso l’esercito e una
“diplomazia che causa la morte di innocenti” ha certamente avuto il suo peso
nel gigantesco furto di informazioni segrete rispetto alle sue intenzioni altruiste.
Serviranno mesi, e molti sforzi ai procuratori per provare le tonnellate di
documenti già divulgati, che Manning ha in un modo o nell’altro tradito, e
soprattutto esposto pericolosamente il suo paese. La trasparenza delle
informazioni è sempre più offuscata oggi giorno, specialmente dopo l’avvento
del web 2.0, i sistemi comunicativi hanno fonti delle più disparate origini e
sembrano sempre più spesso essere manipolate. Ma Bradley Manning ha fatto bene
a fare quello che ha fatto ? La sua ingenuità e voglia di verità merita davvero
il prezzo che sta pagando ?
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